“Fortior ex adversis resurgo” è il motto della Scuola di Fanteria di Cesano di Roma dove ormai “diversi” anni fa ho prestato servizio militare.

Un insegnamento che negli ultimi tempi è diventato “di moda” ed uno stile di vita che da sempre ha caratterizzato i grandi della storia.

In tempi di “CoronaVirus” la resilienza non può diventare un meccanismo di distrazione di massa ma una precisa responsabilità nel riprogettare alcuni modelli di vita che la pandemia ha “naturalmente” sconvolto.

Uno di questi modelli è sicuramente l’assistenza alle persone fragili, siano esse giovani immuno-depressi, persone con disabilità, anziani non autosufficienti.

Da diversi anni si parla di DOMICILIARITA’, senza però mai soffermarsi su di una “coraggiosa” pianificazione di questa modalità di erogazione di servizio, sulla promozione di esperienze innovative, delegandone la difficile gestione alle famiglie, trascurando ambiti di grande criticità come la formazione, la sicurezza, la stessa regolarizzazione dei rapporti di lavoro, la tutela delle pari opportunità e della conciliazione tra lavoro e vita familiare.

Oggi, l’emergenza CoronaVirus ha evidenziato in modo ancora più forte le criticità del modello residenziale rispetto alla versatilità del modello domiciliare/familiare, le cui criticità possono essere più facilmente gestite in collaborazione con i caregivers (familiari o professionali che siano).

La speranza che vogliamo condividere con voi oggi è quella che, passata l’emergenza, si colga l’occasione per avviare un percorso in tal senso, liberi dai preconcetti e dai particolarismi, mettendo al primo posto il benessere e la qualità della vita di tutti: assistiti, caregivers familiari e professionali.