Roma – 19 novembre 2015 – Puliscono e tengono in ordine le case, cucinano, accudiscono ad anziani, bambini e malati. Sono 1,6 milioni i lavoratori domestici in Italia, tra colf, badanti e babysitter. Dall’altro lato ci sono 2,1 milioni di famiglie che in mancanza di un welfare efficiente non possono più fare a meno di loro e per loro spendono 19,3 miliardi di euro ogni anno.

Cosa vorrebbe dire permettere a queste famiglie di dedurre fiscalmente i costi dei lavori domestici dal loro reddito?

Secondo la ricerca del Censis “Sostenere il welfare familiare”, commissionata da Assindatcolf e presentata ieri, le famiglie pagherebbero meno tasse, si potrebbero far emergere 340 mila lavoratori irregolari e si creerebbero 104 mila nuovi posti di lavoro. Questi benefici porterebbero il costo della deduzione a carico dello Stato a 675 milioni di euro.

Ci sarebbero però anche nuova occupazione creata in altri settori (80mila addetti), più tasse e contributi pagati, e più consumi delle famiglie (quindi gettito IVA) grazie ai soldi risparmati. Considerando anche questi benefici indiretti, il costo della deduzione per lo Stato sarebbe di 72 milioni di euro.

“È un valore pressoché irrisorio che, però, potrebbe generare una vera e propria inversione di tendenza nel sistema del welfare italiano. Le famiglie sarebbero finalmente libere da un pressante ruolo di assistenza e cura che gli è stato impropriamente affidato, con la conseguenza di un ritorno ad un ruolo pieno di nucleo sociale naturale, recuperando anche la funzione prima della famiglia con un aumento della natalità” commenta Andrea Zini, vice presidente Assindatcolf, associazione dei datori di lavoro domestico.

La ricerca spiega anche che il sommerso è ancora una grossa piaga nel lavoro domestico, visto che interessa il 55% degli occupati. La situazione, però, sembra migliorare, visto che nel 2001 il dato era superiore all’80%. Intanto, il 96,1% delle famiglie che si rivolgono ai collaboratori domestici non riceve alcuna forma di sostegno dallo Stato e altre 2,9 milioni di famiglie potrebbero affidarsi a colf, badanti e babysitter se fossero nelle condizioni economiche per farlo.

“Il lavoro svolto da colf, badanti e baby-sitter non è più da considerarsi di élite ma, al contrario, riguarda la vita di milioni di famiglie, anche quelle meno abbienti. Per aiutarle, l’unico strumento sostenibile è quello della deducibilità totale del costo del lavoro domestico” ribadisce il presidente Assindatcolf, Renzo Gardella.

“La strada più veloce conclude – è certamente quella tracciata dall’iter della legge di Stabilità 2016 in Parlamento, ma se questo non dovesse avvenire, Assindatcolf continuerà a lavorare con impegno affinché le nostre istanze vengano comunque accolte dalle istituzioni”.

fonte: Colfebadantionline.it