Come è possibile mettere in regola una badante? Prima di rispondere a questa domanda, facciamo una iniziale premessa: quanto di seguito esposto, pur riportando elementi oggettivi indicati dalla normativa vigente, contiene alcune “sottolineature personali” che non possono avere valore di legge.

Nell’ambito dell’intermediazione lavorativa o erogazione di servizi socio sanitari, definire quale comportamento sia “corretto” è cosa veramente complessa se non impossibile (troppe e troppo complesse sono le norme che lasciano sempre un, seppur minimo, spazio all’interpretazione), più semplice appare definire cosa NON sia possibile fare.

Come mettere in regola una badante, cosa è vietato fare 

Possiamo innanzitutto affermare come non sia possibile  per un’azienda (qualunque sia la sua forma giuridica) offrire servizi di assistenza familiare ad un costo concorrenziale rispetto al CCNL per il lavoro domestico. Nella fattispecie è un contratto agevolato  (specialmente nella parte contributiva) perché riservato alle persone fisiche. 

Neppure le agenzie interinali, che pur possono utilizzare il CCNL COLF Badanti, possono essere concorrenziali, dovendo sostenere una serie di costi “istituzionali” che incidono pesantemente sul canone mensile addebitato alla famiglia.

Quanto costa mettere in regola una badante

Al fine di mettere in regola una badante, è necessario tenere a mente che sono diverse le spese da affrontare a cominciare dallo stipendio che è universalmente riconosciuto (per il livello CS “convivente”):  che ammonta a € 1330 euro mensili circa. Se escludiamo  il TFR e offriamo alla famiglia 54 ore settimanali di assistenza, il costo complessivo (includendo il TFR) può arrivare a 1420 euro mensili (circa 17.000 euro all’anno).

Bisogna altresì tenere conto che a questi costi sopra citati vanno aggiunti: 

  • la tredicesima mensilità
  • eventuali permessi retribuiti e le festività (se lavora a Pasqua o Natale la maggiorazione è del 60%) 
  • 26 giorni all’anno di ferie 

Inoltre va aggiunta un’altra variabile ossia il vitto e alloggio previsto qualora l’assistente familiare sia H24, full – time o part – time. Infine non meno importanti sono gli scatti di anzianità che devono maturare ogni due anni di servizio presso lo stesso datore di lavoro. Da contratto nazionale la maggiorazione ammonta al 4% rispetto alla retribuzione minima. 

Come mettere in regola una badante straniera

Parliamo adesso di un aspetto particolarmente delicato, vale a dire cosa bisogna fare qualora la badante sia straniera. Qualora provenga da un Paese dell’Unione Europea o dalla Svizzera sarà sufficiente concordare i vari aspetti del contratto come orario e stipendio.  Non è inoltre necessario che la collaboratrice sia iscritta al centro per l’impiego. Tuttavia è molto importante che sia in possesso di documenti essenziali quali carta d’identità, tessera sanitaria e codice fiscale. 

Se viene da un Paese extraUE, ma risiede in Italia è necessario accertarsi che la badante sia munita di regolare permesso di soggiorno che gli consenta di svolgere regolare attività lavorativa. Al rinnovo inoltre la badante sarà tenuta ad esibire copia della CO in Questura. 

Come mettere in regola una badante senza permesso di soggiorno 

Vediamo di seguito come fare per mettere in regola una badante senza permesso di soggiorno. Innanzitutto è necessario tenere conto di due casistiche ben distinte e nella fattispecie: 

  1. La badante straniera è extracomunitaria, ma risiede in Italia. 
  2. la badante straniera non è residente sul suolo italiano 

Nel primo caso sarà necessario presentare regolare permesso di soggiorno valido per svolgere attività lavorativa. Nel secondo caso oltre a quest’ultimo documento si dovrà rimanere in attesa del decreto flussi che ogni anno regola il numero massimo di persone straniere ammesse a lavorare in Italia. 

Aggiungiamo infine che la richiesta del permesso di soggiorno è a carico del datore che dovrà presentare la domanda telematicamente presso lo Sportello Unico per l’immigrazione. Nel caso in cui la procedura dovesse andare a buon fine verrà rilasciato il nullaosta della validità di sei mesi, il contratto di soggiorno per lavoro subordinato ed infine il visto d’ingresso del Consolato italiano. 

Mettere in regola una badante, quali sono i limiti 

Un altro elemento “non opinabile” è che ogni azienda che applichi un qualsiasi contratto “legale”, è sottoposta, suo malgrado a dei limiti:

  1. non può far lavorare il dipendente così tante ore (nessun CCNL prevede più di 40 ore settimanali e qualche ora di straordinario)
  2. non è in grado di ottenere un COSTO DEL LAVORO (che ovviamente deve poi essere ricaricato delle “spese amministrative” e del guadagno) inferiore a 20.000 euro all’anno (per circa 40 ore di lavoro settimanali), ai quali vanno aggiunti i costi relativi all’assistenza sostitutiva in caso di malattia o ferie dell’assistente familiare.

I metodi “irregolari” più diffusi per raggiungere lo scopo sono:

  1. la regolarizzazione dell’assistente familiare per un numero di ore inferiore a quante effettivamente lavora
  2. utilizzare un contratto a progetto assolutamente e ufficialmente in questo ambito (recentemente alcuni accordi sindacali hanno riportato in auge questa tipologia di contratto che comunque non può essere applicato all’assistenza domestica continuativa). 
  3. inquadrare l’assistente familiare come professionista (facendole aprire la partita IVA)
  4. l’assunzione da parte di un’azienda di un dipendente con il CCNL per il lavoro domestico commettendo ben due illeciti: la somministrazione impropria di personale e l’utilizzo di un contratto che, per legge, è riservato alle persone fisiche.

Tali comportamenti illeciti vanificano quindi la necessità di totale trasparenza e legalità della famiglia coinvolgendola sempre quale fruitore del servizio che, si ritrova corresponsabile in solido con l’intermediario (in caso di contenziosi con la badante) giacché la legge italiana, mirando alla tutela della parte più debole, che è in ogni caso il lavoratore, ritiene NULLA ogni clausola contraria a tale principio.

 

Come mettere in regola una badante, perché la regolarizzazione parziale non porta benefici 

Altro metodo poco trasparente riguarda la regolarizzazione parziale della badante. Non capita di rado infatti che un contratto indichi sul contratto 31/40 ore quando nella realtà ne lavora per molte di più. Ciò non porta alcun beneficio alla famiglia o al lavoratore (spesso e volentieri questi “escamotage” sono utilizzati per creare opportunità di guadagno agli operatori, a scapito dell’INPS. In questo caso dunque è sempre utile verificare, conti alla mano, i fantomatici risparmi). 

Tale malcostume crea solamente spiacevoli “appigli” per eventuali pretese postume, al momento della cessazione del rapporto di lavoro con l’assistente familiare. Quindi il primo indizio di irregolarità del rapporto di lavoro con l’assistente familiare è un costo inferiore ai minimi retributivi del CCNL Colf Badanti ed una scarsa trasparenza nelle modalità contrattuali.

 

Prima di procedere con la messa in regola della badante assicurati di richiedere la documentazione necessaria 

Passaggio assolutamente indispensabile prima di mettere in regola la badante è quello di richiedere all’agenzia la documentazione relativa al rapporto di lavoro precedente e la relativa attestazione del versamento dei contributi previdenziali principale ambito di “corresponsabilità” tra la famiglia e l’intermediario.

Ma il campo su cui si gioca la “partita” dell’assistenza familiare è la selezione del personale domestico e l’assistenza post-assunzione da parte di personale esperto e qualificato. Non c’è nulla di più “delicato” del rapporto di lavoro domestico, ed avere un riferimento “SOLIDO” al quale appoggiarsi per ogni evenienza è assolutamente indispensabile.

Per questo il gruppo Badaben affida l’assistenza clienti a persone preparate e dotate di competenze specifiche nel supporto dei caregiver, sino essi familiari o “badanti”.